OceanElders: Così i Leader Mondiali Proteggono gli Oceani

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Gli oceani coprono circa il 71% del pianeta e a questi sono strettamente connessi il consumo di acqua e cibo, il clima, l’aria che respiriamo. Com’è ormai risaputo, l’industrializzazione, l’inquinamento, lo sfruttamento aggressivo hanno determinato – e tutt’ora determinano – una sempre maggiore sofferenza degli oceani, con conseguenti cambiamenti climatici e degrado costiero (per citare solo alcuni degli effetti negativi).

Per questo motivo si muovono forze il cui obiettivo è quello di arginare, se non risolvere, il problema: tra queste, un ruolo fondamentale è svolto da OceanElders, gruppo indipendente di leader mondiali che si sono uniti per favorire la conservazione e protezione degli oceani e della fauna selvatica. I membri dell’organizzazione usano la propria influenza – supportata da scienza e dati – per promuovere l’importanza di questo progetto.

Tra questi figurano Richard Branson, il Principe Alberto II di Monaco, Jean-Michel Cousteau, Ted Turner (fondatore della CNN).

Fare Business, il Motore del Cambiamento.
Alla base di OceanElders e di tutti i movimenti che lottano per la salvaguardia degli oceani – e dell’ambiente in genere – vi è l’idea che ogni business possa in qualche modo contribuire alla causa: facendo impresa in modo sostenibile, infatti, è possibile apportare un cambiamento concreto.

Tale concetto è alla base di NowBoat, startup che opera nel settore yacht & sail e che ha optato per un modello di business virtuoso. Il suo fondatore – Giovanni Alessi Anghini, che abbiamo intervistato recentementeè stato invitato a cena da Richard Branson in occasione di un evento organizzato proprio da OceanElders. Ciò che ha colpito il padre di Virgin Group è stata la grande attenzione che NowBoat dedica alla salvaguardia degli oceani, in un momento in cui – come lo stesso Giovanni Alessi Anghini ha affermato – “Dobbiamo dare tutti il nostro contributo alla causa ambientale, laddove senza un mare protetto l’industria non sarebbe in grado di fiorire e prosperare. Bisogna coinvolgere tutti gli stakeholders affinchè capiscano questa necessità, è una sfida della nostra generazione”.

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