Criptoeconomia e Blockchain: Cosa ci Attende?

Lo abbiamo chiesto a Davide Luigi Borella, Chief Investment Officer di Maveric SA

1.899

Mentre il Bitcoin continua ad alimentare i dibattiti tra chi sostiene si tratti di una bolla speculativa e chi, all’opposto, crede fortemente nel futuro della moneta digitale, sempre maggiore attenzione viene posta sulla criptoeconomia in generale e sulla tecnologia che ne è alla base: la blockchain.

Per fare il punto della situazione abbiamo intervistato Davide Luigi Borella, Chief Investment Officer di Maveric SA – società di consulenza per blockchain business con sede a Lugano (e di cui abbiamo avuto il piacere di parlarvi di recente).

Perché hai deciso di far parte del team Maveric?
Maveric rappresenta il punto d’incontro tra la vecchia economia e la nuova. Ciò che facciamo è mettere la finanza tradizionale al servizio della new economy, focalizzandoci sul lancio (nel mondo delle cripto, ndr) di società che hanno un track record solido e certificato.

Da cosa nasce la scelta di fornire consulenza a società già consolidate?
L’ecosistema della criptoeconomia è cambiato sostanzialmente dal 2016 a oggi. Gli investitori sono più consapevoli e attenti a ciò che viene loro proposto: non basta più avere un’idea o un white paper ben redatto, ma bisogna analizzare i progetti in concreto e capire quali sono davvero validi. Dalla semplice donazione per il supporto di un’idea si è passati al concetto di investimento sul medio e lungo periodo.

Qual è il tuo ruolo all’interno di Maveric?
Sono CIO (Chief Investment Officer) e mi occupo di analizzare il sistema di business model, con conseguente trasposizione su token model (vale a dire, l’utilizzo della cripto in questione all’interno del business model stesso). Il mio compito è di traslare un’economia tradizionale in un’economia blockchain.
Le scelte vengono fatte in base a alle tendenze di pensiero degli investitori che fanno parte della community, di cui vengo a conoscenza tramite i miei 1700 followers che operano all’interno di un mondo tradizionale – ma con uno sguardo attento su quello cripto.

Come vedi il mercato delle cripto?
Attualmente siamo a quasi 1600 criptovalute presenti sul mercato. È plausibile che, nel giro di un tot di anni, di queste molte scenderanno a zero (circa l’80%, oserei dire); ma del 20% restante, solo la metà rimarrà realmente valido/in circolo – con una posizione simile a quella attuale .
È bene sottolineare che l’importanza delle cripto non è tanto il valore intrinseco delle stesse, ma la tecnologia della blockchain che ne è alla base: questa rappresenta, nel XXI secolo, quello che nel secolo precedente hanno rappresentato le dot.com per internet.

Quindi siamo solo ai primordi di una tecnologia d’avanguardia?
Assolutamente sì. Se consideriamo che la prima blockchain di Bitcoin è nata nel 2009 e ora nel primo quarto di 2018 ci troviamo già dinnanzi a cambiamenti di tecnologia non percepibili ma sostanziali, direi che il futuro ci riserva tante sorprese.

 

I commenti sono chiusi, ma riferimenti e pingbacks sono aperti.