Trading, MiFID 2 Limita l’Utilizzo di Leva Finanziaria

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Negli ultimi anni, anche a seguito dell’enorme successo delle criptovalute, sono aumentati notevolmente i piccoli investitori intenti ad investire il proprio capitale in borsa. Al via, dunque, la caccia al broker in grado di garantire competenza e affidabilità e alle piattaforme migliori, quelle che offrono strumenti finanziari “a leva” – capaci di generare ghiotti profitti. Ghiotti profitti, sì, ma molto spesso anche gravose perdite.

Perché?
Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire, anzitutto, cosa si intende per “leva finanziaria”.
Partiamo dalla definizione offertaci dalla Consob, per poi passare ad un esempio pratico: “Attraverso l’utilizzo della leva finanziaria (o “leverage“) un soggetto ha la possibilità di acquistare o vendere attività finanziarie per un ammontare superiore al capitale posseduto e, conseguentemente, di beneficiare di un rendimento potenziale maggiore rispetto a quello derivante da un investimento diretto nel sottostante e, di converso, di esporsi al rischio di perdite molto significative”.

Che significa?

  • Ipotesi 1, operazione senza leva finanziaria: supponiamo di avere un capitale di 1000 euro e di voler acquistare 1000 azioni della società X, attualmente al prezzo di 1 euro. Per farlo, dovremmo usare l’intero capitale in nostro possesso.
  • Ipotesi 2, operazione con leva finanziaria: in questo caso ci basterà investire soltanto una percentuale del nostro capitale, potendo però contare sulla stessa esposizione di cui all’ipotesi 1. Supponiamo allora di voler utilizzare una leva di 10:1, per la quale sarà sufficiente garantire il 10% dei nostri 1000 euro (ovvero 100 euro) per l’acquisto delle 1000 azioni della società X.

In entrambi i casi, se il prezzo delle azioni salirà di 0,30 euro avremo un profitto di 30 centesimi per azione (vale a dire pari a 300 euro). La differenza sta nel fatto che, mentre nella prima ipotesi abbiamo depositato 1000 euro, nel secondo ne abbiamo investiti solo 100. Nel primo caso il rendimento è stato del 30%; nel secondo del 200%.

Se i guadagni sono tanto convenienti, perché limitare lo strumento della leva finanziaria?
E qui casca l’asino: a potenziali profitti – tanto interessanti – corrispondono altrettante potenziali perdite. Perdite che, talvolta, possono addirittura eccedere il deposito iniziale. E immaginate un piccolo investitore che, pensando di poter realizzare facili guadagni (spesso perché indotto da broker in mala fede il cui unico scopo è quello di guadagnare commissioni), investe il proprio capitale senza avere le competenze necessarie per compiere operazioni di borsa. Perché ricordiamolo, si tratta sempre di operazioni di borsa. Non di lotterie, non di gratta e vinci. Ma di qualcosa che necessita di una preparazione specifica. Rischia di perdere tutto e anche più.

Ecco perché l’ESMA (Autorità Europea degli Strumenti finanziari e dei Mercati) ha recentemente imposto una limitazione all’utilizzo della leva finanziaria per gli investitori “al dettaglio”. Oltre a questo, la stessa ESMA ha vietato la vendita di opzioni binarie, che hanno tratto in inganno risparmiatori di ogni dove e sono ormai considerate vere e proprie “scommesse” (riportiamo il link al video di un servizio di Matteo Viviani, giornalista de Le Iene).

 

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