Century Fox, Sky, Disney: la gara all’acquisizione continua
“The show must go on”: deve essere stato questo il pensiero di Rupert Murdoch dopo che, mercoledì 25 aprile, la compagnia via cavo statunitense Comcast – che, oltre ad offrire servizi in streaming tramite Now Tv, è proprietaria dell’emittente generalista NBC e della casa di produzione Universal – ha presentato ufficialmente a Wall Street la propria offerta per l’acquisto del 60,9% dell’emittente britannica Sky.
Il board di quest’ultima, nelle persone dei suoi membri indipendenti, ha accolto favorevolmente l’iniziativa del Ceo Brian L. Roberts, tanto da ritirare la precedente raccomandazione fatta agli azionisti, ai quali era stato suggerito di accettare l’offerta di Fox: ora, al di là delle usuali dimostrazioni di prudenza e fair play tipiche dell’ambiente finanziario, il suggerimento è quello di temporeggiare.
Le prime notizie in merito all’offerta concorrente dell’operatore Usa erano state diffuse già alla fine di febbraio, e si era parlato sin da subito di un prezzo (in contanti) di molto superiore a quello proposto da 21st Century Fox alla fine del 2016; alla quale peraltro l’Autorità per il mercato e la concorrenza aveva già comunicato, in via preventiva, il proprio parere negativo sulla fusione, considerata “non nell’interesse pubblico” atteso che il gruppo Murdoch già controlla lo storico giornale Times e il tabloid Sun, tramite la società News Corp – la stessa che venne travolta dallo scandalo delle intercettazioni telefoniche, e a cui fa capo anche il Wall Street Journal.
La proposta di 21st Century Fox, che ha immediatamente reso noto il mantenimento del proprio impegno di acquisto, riguarda pur essa il 61% delle azioni di Sky: il restante 39% è tuttora saldamente nelle mani del magnate australiano, che dopo aver fondato lui stesso l’emittente a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta ha cercato più volte di rientrarne interamente in possesso. Uno degli ultimi tentativi in questo senso risale al 2011, e fallì proprio a causa dell’affaire intercettazioni, che indusse Murdoch a chiudere lo storico settimanale News of the World.
Coinvolta anche Walt Disney
Allo stesso tempo, 21st Century Fox è impegnata su un altro fronte non meno complesso: appena quattro mesi fa si è chiusa una lunga trattativa per la vendita di circa 40 miliardi di asset strategici -incluso il 39% di Sky News, oltre alla storica casa di produzione 20th Century Fox – a Walt Disney: apparentemente, il tycoon sembra deciso ad abbandonare Hollywood per ritornare a concentrare i propri sforzi nel settore dello sport e soprattutto dell’informazione, magari tramite una vera e propria fusione con la stessa News Corp.
E sembra essere proprio questo a non piacere al regolatore britannico: il timore è che possa accadere anche in Inghilterra ciò che già avviene negli Stati Uniti, dove il seguitissimo canale Fox News rispecchia le note posizioni conservatrici di Murdoch, giungendo a detta di molti a distorcere i fatti narrati in senso favorevole al partito repubblicano.
Per tutta risposta Fox si è impegnata a mantenere attivo per almeno altri 10 anni il canale Sky News, ponendovi al vertice un organo di gestione autonomo e indipendente; non diversamente si è espressa Comcast, sottolineando l’intenzione di mantenerne intatta l’indipendenza editoriale, attraverso una gestione e un finanziamento autonomi.
Senza dubbio la comparsa di un secondo, potente, offerente per Sky complica anche la partita della cessione a Disney: anche qui peraltro Comcast si è presentata come un attore tutt’altro che secondario, presentando un’offerta per Fox addirittura più elevata di quella di Disney, respinta in quanto l’emittente statunitense ha rifiutato di offrire garanzie specifiche per il caso di mancato via libera da parte del regolatore.
Non è peraltro esclusa neppure l’ipotesi di un’acquisizione del pacchetto di maggioranza di Sky da parte della stessa Disney: uno scenario che sembra trovare non pochi sostenitori a Londra, in quanto capace di aumentare il pluralismo dell’informazione nel Paese. In ogni caso non è affatto escluso che altri si facciano avanti nei prossimi mesi, tanto più che Comcast si è dichiarata disponibile a condividere il controllo di Sky, seppure mantenendo per sé la maggioranza.
Dal canto suo la divisione Competition della Commissione Europea si è pronunciata sulla proposta di acquisto di Sky in senso favorevole a Fox già ad aprile 2017, non individuando profili di anticoncorrenzialità per il mercato unico delle telecomunicazioni. Quasi contemporaneamente la stessa Competition and Markets Authority ha confermato l’idoneità dei vertici di Fox al mantenimento delle licenze per l’esercizio dell’attività giornalistica nel Regno Unito, nonostante degli episodi di aggressione sessuale emersi sull’onda del caso Weinstein.
L’ultima parola spetta comunque al ministro della Cultura Matt Hancock, che si esprimerà il prossimo giugno. Le opzioni sul tavolo sono sostanzialmente tre: il blocco tout court della transazione, la dismissione del canale Sky News oppure una qualche altra forma di separazione di quest’ultimo dal resto del gruppo Murdoch.
Secondo accreditate analisi di esperti del settore, le criticità riguardano soprattutto il pluralismo, e non invece i più generali standard di adeguatezza dell’informazione: il che significa, più prosaicamente, che non tutto è ancora perduto, e che probabilmente lo spettacolo Murdoch continuerà, ancora una volta.
A cura di Lara Longinotti
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