Gaming e Metaverso nel Mondo dell’Arte: Intervista a Fabio Viola
A cura di Erika Rosenstein
Oggi sono felice. Felice perché ho avuto l’onore di intervistare un imprenditore, un creatore (e uno spirito creativo) che ha innovato e continua ad innovare un mondo a cui sono particolarmente legata: il mondo dell’arte. Parlo di Fabio Viola, curatore della Reggia di Venaria Reale (Torino) nonché docente a contratto presso diverse Universitá e formatore per aziende private.
Appassionato di arte e gaming sin da piccolo, Fabio fonda la sua prima startup videoludica a soli 22 anni. Poco tempo dopo, riesce a conciliare le sue due più grandi “ossessioni” (come lui stesso le definisce), portando i videogiochi nel mondo dell’arte.
Pioniere del gaming da oltre 17 anni, Fabio ha lavorato per colossi del settore tra i quali Electronic Arts Mobile e Vivendi Games. Nel 2016 ha fondato il collettivo TuoMuseo ed é, dal 2021, curatore della Reggia di Venaria Reale (Torino). Fabio Viola é anche Direttore Scientifico Area Gaming presso la Scuola Internazionale di Comics di Firenze e Game Designer di Lucca Crea srl.
Fabio, promuovere l’arte e la cultura attraverso i videogiochi: com’é nata l’idea?
Da piccolo avevo due grandi ossessioni. Amavo la storia e volevo diventare archeologo ed al contempo trascorrevo ore nei mondi fantastici dei videogiochi e sognavo di poterli creare anche io un giorno. Ho frequentato Liceo Classico ed Archeologia all’Università ed a 22 anni fondai la mia prima startup videoludica. Dopo aver realizzato il sogno di lavorare per alcune delle più grandi società mondiali, dalle quali acquistavo da ragazzo i giochi (tra cui Electronic Arts e Vivendi Games), nel 2016 decisi che era giunto il momento di provare a congiungere i puntini della mia vita.
Fondai, allora, il collettivo TuoMuseo – specializzato nell’intersezione tra videogiochi e arte. Sono stati sei anni straordinari, in cui ho avuto il privilegio di lavorare con alcune delle più importanti istituzioni italiane: dagli Uffizi al Museo Archeologico di Napoli, passando per il Marta di Taranto e Teatro Regio di Parma. Lavoriamo lungo la doppia direttrice del riconoscimento del videogioco esso stesso come la decima forma d’arte, con progetti come la grande mostra PLAY che ho curato presso la Reggia di Venaria Reale (disponibile fino al 15 Gennaio 2023), ma anche dimostrando come il videogioco e la gamification possano essere straordinari strumenti per raggiungere e coinvolgere nuovi pubblici verso i nostri musei e teatri attualizzandone i messaggi.
Di recente, Lucca Crea Srl ha contribuito ad un grande successo: il Lucca Comics & Games, per il quale sono stati venduti quasi 280mila biglietti. Un record! Cosa é cambiato quest’anno?
Lucca Comics & Games, diretto da Emanuele Vietina, è uno dei più grandi festival di pop culture al mondo. Una comunità di centinaia di migliaia di persone che ogni anno si incontrano a Lucca, perpetrando rituali spontanei e partecipando alla ricca proposta in palinsesto. Quest’anno si è infranto il record di presenze a testimonianza della voglia di ritornare a fare comunità anche per godere alcuni dei più grandi maestri del nostro tempo. Un esempio virtuoso di festival che non solo non drena risorse pubbliche ma è in grado di generare ricadute per decine di milioni di euro su tutto il territorio toscano.
Personalmente, ho curato la mostra per i 50 anni di Atari, la prima azienda di videogiochi, con la presenza del suo fondatore Nolan Bushnell ed ho contribuito a portare in Italia il maestro Yoshitaka Amano, a cui dobbiamo i disegni di tanti cartoni animati giapponesi degli anni ’70 e ’80, le grafiche del videogioco iconico Final Fantasy ed opere d’arte straordinarie. Segnalo inoltre la presenza di Tim Burton a dimostrazione di un festival completamente transmediale nei suoi pubblici e ospiti.
Sei coordinatore didattico del primo corso in Designer del Metaverso. Di cosa si occupa un designer del metaverso e a chi si rivolge il programma?
E’ una delle sfide più complesse ed affascinanti che mi sia mai capitata. Insieme all’agenzia Formatica abbiamo lanciato la Meta Academy i cui primi corsi in partenza a Gennaio 2023 sono stati ufficialmente riconosciuti dalla Regione Toscana. L’obiettivo è formare progettisti, designer, programmatori e pensatori in grado di guidare il futuro del Web 3.0. Centinaia di ore curriculari estremamente trans-disciplinari, in cui l’apprendere linguaggi programmazione convive con moduli sui nuovi modelli economici.
Non mancano ore legate alle discipline umanistiche ed una importante acquisizione di competenze sul mondo del gaming, perché proprio i game designer saranno gli architetti dei futuri metaversi, così come i webmaster lo sono stati del web che conosciamo fino ad oggi. Vogliamo anticipare ciò che accadrà e non più formare professionalità dopo che i cambiamenti sono avvenuti.
Quali sono le opportunitá offerte da metaverso e videogiochi nel settore della cultura e del turismo?
L’enorme sfida è comprendere che il digitale non può e non deve essere solo una estensione della realtà fisica di un territorio o di un’opera d’arte. Oggi larga parte delle nuove creatività ed immaginari transitano da nuove creatività, basti pensare alle nuove forme di “turismo videoludico”: milioni di persone che visitano luoghi reali dopo averli scoperti attraverso grandi produzioni come Assanssin’s Creed o titoli indie come Father and Son.
Il sindaco di una città oggi dovrebbe governare non solo i propri chilometri quadrati fisici ma anche tutte le nuove estensioni che viaggiano in realtà virtuale, in Minecraft, tramite social o i futuri Metaversi ed in ciascuna di queste città dovrebbero vigere regole, interazioni ed esperienze sviluppate ad hoc. Insomma, un passaggio dall’idea di digitalizzazione, mera conversione di un contenuto pre-esistente in un nuovo contenitore digitale, verso forme di digitale nativo. Penso a progetti come PlayAlghero.it, la prima città europea che diventa “giocabile” per attrarre nuovi flussi turistici e interconnettere il proprio patrimonio attraverso una infrastrutturazione ludica composta da dieci giochi.