Sport Digital House e le Opportunità Fornite dal Marketing Sportivo
A cura di Erika Rosenstein
Nel 2018, Luigi Caputo lascia il suo ruolo di Digital Country Manager in Coca-Cola per realizzare il suo desiderio più grande: fondare la sua società. Così nasce Sport Digital House, agenzia di marketing sportivo che crea strategie per la monetizzazione delle fanbase degli atleti.
Ho avuto il piacere di intervistare Luigi: mi ha raccontato la sua storia, tra difficoltà, sfide e tante soddisfazioni.
Com’e nata Sport Digital House?
Sport Digital House nasce nel 2019 per rispondere a un’esigenza molto sentita nel mondo dello sport: la monetizzazione delle attività legate al marketing degli atleti. Lo sport è molto ampio come settore, ma solo gli atleti delle discipline più conosciute riescono a ottenere contratti di sponsorizzazione e progetti con le aziende. In realtà, ci sono tantissimi atleti di sport considerati di nicchia che invece hanno delle community social molto fidelizzate. Sport Digital House, quindi, vuole innovare il settore dello sport, dotando questi atleti di modelli che possano far monetizzare i propri follower. In generale siamo i primi ad applicare strategie di funnel marketing per raggiungere questo scopo, in modo da consentire a questi atleti di avere dei canali di business indipendenti dagli sponsor.
Fin dal primo giorno, abbiamo voluto rivoluzionare delle dinamiche che hanno relegato il mondo dello sport a un settore molto conservatore e con dinamiche sempre uguali da decenni.
Fin dal primo giorno, abbiamo voluto rivoluzionare delle dinamiche che hanno relegato il mondo dello sport a un settore molto conservatore e con dinamiche sempre uguali da decenni.
Quali sono le sfide legate al marketing sportivo?
In primis, come dicevo in precedenza, la sostenibilità economica degli atleti. É paradossale vedere atleti di piccole discipline avere altissimi tassi di engagement con la propria community, ma che non riescono a monetizzare. Tutti gli operatori di questo mercato si concentrano su una piccola percentuale di atleti più in vista, dimenticando che la stragrande maggioranza appartiene proprio a discipline che hanno l’unico momento di visibilità solo alle Olimpiadi. Ma come può un settore essere sostenibile se per i successivi quattro anni questi atleti non hanno nessuna forma di finanziamento?
In secondo luogo, chi si occupa di marketing sportivo dovrebbe spingere sempre di più le aziende e gli atleti all’adozione di strumenti digitali. Quello dello sport è un settore molto antiquato, che solo di recente si è aperto al tech. Penso alla blockchain per esempio: quanta innovazione si potrebbe portare nello sport con dei progetti studiati su blockchain e in generale sul web3.
In secondo luogo, chi si occupa di marketing sportivo dovrebbe spingere sempre di più le aziende e gli atleti all’adozione di strumenti digitali. Quello dello sport è un settore molto antiquato, che solo di recente si è aperto al tech. Penso alla blockchain per esempio: quanta innovazione si potrebbe portare nello sport con dei progetti studiati su blockchain e in generale sul web3.
Raccontaci di un successo al quale sei particolarmente legato.
Quello a cui sono legato non è un successo materiale, ma è una prova di forza che ho dimostrato a me stesso. Come dicevo, Sport Digital House nasce nel 2019. Dopo un solo anno di attività arriva la pandemia da Covid e il mondo dello sport si ferma del tutto. All’epoca i nostri principali clienti erano palestre e atleti, due tra i principali target più pesantemente colpiti dal lockdown.
Quello a cui sono legato non è un successo materiale, ma è una prova di forza che ho dimostrato a me stesso. Come dicevo, Sport Digital House nasce nel 2019. Dopo un solo anno di attività arriva la pandemia da Covid e il mondo dello sport si ferma del tutto. All’epoca i nostri principali clienti erano palestre e atleti, due tra i principali target più pesantemente colpiti dal lockdown.
Nel giro di una settimana ci siamo trovati senza più clienti e fonti di ricavo. In quel momento però ho trovato dentro di me una forza poderosa, che non sapevo di avere. Piuttosto che avere paura del presente ho cercato di scorgere le opportunità inconsapevolmente portate da quella crisi. Ho utilizzato i giorni del lockdown per progettare il futuro. In quella situazione ho capito che gli Esports avrebbero rappresentato la nuova frontiera del marketing sportivo e così mi ci sono buttato a capofitto. In quelle settimane ho studiato “alla Leopardi” il settore cogliendone le mancanze strutturali. Così, proprio ad aprile, 2020 ho creato l’Osservatorio Italiano Esports, la prima piattaforma B2B che aggrega gli operatori del settore.
Ho quindi trasformato totalmente il business model di Sport Digital House, virando sugli Esports. Ne sono particolarmente soddisfatto perché è stato proprio l’OIES a salvare la mia società. Ancora oggi l’Osservatorio rappresenta la maggiore fetta del nostro fatturato.
Soffermiamoci sull’Osservatorio Italiano Esports: di cosa si tratta esattamente?
Come dicevo, l’Osservatorio Italiano Esports è un network che raduna tutti gli stakeholder che concorrono allo sviluppo di questo settore. Nasce per soddisfare un’esigenza che nel 2020 era fortissima: far comprendere alle aziende le potenzialità degli Esports. Ho creato quindi un polo che fornisce agli operatori del settore tre servizi di cui hanno bisogno: dati e ricerche, formazione e sviluppo commerciale.
Ci occupiamo quindi di condividere report sempre aggiornati sui dati di marketing degli Esports, eroghiamo corsi per formare le figure professionali necessarie allo sviluppo del mercato e creiamo occasioni di networking in cui creiamo business matchmaking tra aziende e potenziali fornitori. Dal 2020, poi, le attività dell’OIES si sono ampliate e oggi comprendono anche eventi sulla regolamentazione del settore che coinvolgono gli studi legali ed eventi sulle integrazioni tra web 3.0 e il mondo del gaming in generale. In soli due anni l’Osservatorio Italiano Esports è diventato un punto di riferimento nazionale e oggi conta più di 100 società membri. Abbiamo poi formato oltre 500 studenti e creato opportunità lavorative. Sono davvero orgoglioso di aver creato un ecosistema che sta portando un impatto positivo concreto nel mondo del gaming.
Ci occupiamo quindi di condividere report sempre aggiornati sui dati di marketing degli Esports, eroghiamo corsi per formare le figure professionali necessarie allo sviluppo del mercato e creiamo occasioni di networking in cui creiamo business matchmaking tra aziende e potenziali fornitori. Dal 2020, poi, le attività dell’OIES si sono ampliate e oggi comprendono anche eventi sulla regolamentazione del settore che coinvolgono gli studi legali ed eventi sulle integrazioni tra web 3.0 e il mondo del gaming in generale. In soli due anni l’Osservatorio Italiano Esports è diventato un punto di riferimento nazionale e oggi conta più di 100 società membri. Abbiamo poi formato oltre 500 studenti e creato opportunità lavorative. Sono davvero orgoglioso di aver creato un ecosistema che sta portando un impatto positivo concreto nel mondo del gaming.