Finapp: 3 Milioni di Euro per il Progetto di Fisica Nucleare tutto Italiano
A cura di Erika Rosenstein
Finapp è una startup italiana nata nel 2019, che ha di recente ottenuto un finanziamento di quasi 3milioni di euro dall’European Innovation Council (EIC). Come si legge sul sito della società, l’idea originale di utilizzare detector a neutroni per misurare il contenuto d’acqua risale all’autunno del 2016: da allora, passo dopo passo, l’idea ha preso forma, diventando prima un progetto, dopo un prototipo ed infine una società che rappresenta alla perfezione l’idea di trasferimento tecnologico dall’università all’industria.
Ed infatti Finapp, spinoff dell’Università di Padova, non solo ha ottenuto una serie di premi e riconoscimenti, ma ha visto l’ingresso in società di prestigiosi soci, tra cui Credit Agricole, Cassa Depositi e Prestiti, Progress Tech Transfer.
A quattro anni dall’inizio di questa avventura, e all’indomani del finanziamento dell’EIC, ho avuto il piacere di intervistare Luca Stevanato, Founder e CEO di Finapp.
Finapp: com’è nata l’idea?
Prima di costituire Finapp (acronimo di FIsica Nucleare APPlicata) ero un ricercatore che lavorava nel campo della Fisica nucleare applicata al Dip. di Fisica dell’università di Padova. Costruivo prototipi per la sicurezza del cittadino, ad esempio abbiamo fatto un sistema di rilevazione della radioattività nell’acquedotto di Varsavia in tempo reale, oppure un sistema di scanner a neutroni per container per scovare il contrabbando di tabacco, esplosivi e materiale pericoloso. L’ultima invenzione, che ha poi generato Finapp, è stato un dispositivo portatile per la ricerca del Plutonio nelle valigie. Sembra una cosa molto diversa ma in realtà il plutonio emette neutroni come l’acqua quando è colpita da un raggio cosmico. Il processo generativo è totalmente diverso ma la particella elementare è la stessa. Dopo aver pubblicato i risultati sul Plutonio, un professore di Berlino mi ha scritto chiedendomi se avevo mai pensato di applicare le mie ricerche anche all’acqua, da qui (era fine 2016) è scattata la scintilla. Ho studiato il problema un pò di mesi, fatto svariate prove in laboratorio ed infine mi sono accorto che lo stesso dispositivo che avevo sviluppato per l’identificazione del plutonio, poteva essere usato, con piccole modifiche, per misurare l’acqua. Era il 2017, prima abbiamo partecipato a varie competizioni per capire la bontà dell’idea, visto il grande successo riscosso, nel 2019 abbiamo deciso di intraprendere il percorso imprenditoriale per diventare spin-off universitario e quindi startup. Un paio d’anni di sviluppo ed ingegnerizzazione del prototipo, tanta fatica e nel 2021 hanno iniziato ad arrivare le soddisfazioni.
Avete di recente ottenuto un finanziamento di 3 milioni di euro, in un periodo particolarmente difficile per le startup: qual è il segreto di questo successo? E perché hanno scelto proprio voi?
Quali sono le sfide che avete affrontato finora?
Come utilizzerete i fondi raccolti?